Marina Cicogna è stata la prima produttrice ad affermarsi in un mondo maschile. Protagonista della grande stagione del cinema italiano d’autore tra la fine degli anni Sessanta e i Settanta, premio Oscar per Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto e Palma d’Oro per La classe operaia va in paradiso di Elio Petri e Leone d’Oro per Belle de Jour di Luis Bunue. Ha prodotto De Sica, Leone, Pasolini, Rosi, Wertmuller, Melville e lavorato con Bolkan, Melato, Volontè, Giannini, Delon, Fonda e Bronson. Autrice di apprezzati libri fotografici e indiscussa icona di stile, è un esempio di indipendenza e libertà.
Il documentario ricostruisce la sua storia, anche nei passaggi più intimi e difficili, tra Roma, Venezia, Parigi e New York, attraverso una lunga intervista e i contributi di amici e personalità del cinema, della moda e della cultura internazionali. Un tesoro di fotografie d’archivio e clip storiche accompagna questo viaggio nella vita e nella carriera di una donna speciale. Un’aristocratica, coraggiosa e trasgressiva donna libera, che ha sempre fatto quello in cui ha creduto e finalmente si racconta.
Paolo e Maria sono due sposini ordinari che vivono alle porte del paese. Una mattina Paolo esce di casa per comprare del pesce e non torna più. Giù in paese, in piazza, una donna è stata derubata di una preziosa collanina da un malandrino sedicenne che riesce a scappare dopo il misfatto e Paolo, incrociandosi con la donna e la gente del paese, viene additato dalla vittima e accusato del furto. Allora scappa ma alla fine viene acciuffato da un poliziotto e portato in una cantina. Lì il poliziotto gli ordina di stare immobile ad aspettare il suo ritorno. Nel frattempo la moglie, dopo averlo cercato in lungo e in largo, ne ritrova il berretto e lì accanto, attraverso una grata, vede il marito. Paolo le fa capire che non è il caso di contravvenire gli ordini ricevuti e così i due decidono di attendere assieme il ritorno del poliziotto. Trascorrono i giorni ma nessuno torna più mentre loro vivono in quella cantina fino al momento in cui vengono scambiati per dei senzatetto da alcuni ragazzini e abitanti del condominio. Solo allora il poliziotto giunge sul posto, invita la gente a sgomberare e inveisce contro Paolo e Maria intimando loro con violenza di andarsene. Paolo spaventato e sbalordito si trascina con Maria fuori dalla cantina. Alla fine, distrutti, Paolo e Maria tornano a casa.
Saeed è un giovane cinefilo che cerca di insegnare ai giovani di Ghouta, in Siria, le regole del cinema, ma la realtà che si trovano ad affrontare è troppo dura per seguire alcuna regola. Il suo amico Milad vive dall’altra parte della barricata, a Damasco, sotto il controllo del regime, dove sta terminando gli studi d’arte. Un giorno, Milad decide di lasciare la capitale e raggiungere Said nella Douma assediata. Qui i due mettono in piedi una stazione radio e uno studio di registrazione. Tengono in mano la videocamera per filmare tutto ciò che li circonda, fino a quando un giorno sarà la videocamera a filmare loro…
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Uno sguardo intimo sulle opere e la vita di Renato Mambor, artista della Scuola romana di Piazza del Popolo, oltre che attore, autore e regista teatrale. Gianna Mazzini ha instaurato con Mambor e la sua compagna, Patrizia Speciale, un rapporto di amicizia profonda, seguendolo per quindici anni fino al giorno della sua scomparsa, nel dicembre del 2014. Era stato Mambor stesso a chiederle un documentario, senza musica, e lo straordinario materiale raccolto e assemblato in questo film gli restituisce un ritratto inedito.
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CO-PRODUZIONE REGIA DISTRIBUZIONE
Un avventuroso viaggio musicale attraverso l’India, da Shantiniketan, Varanasi, Chennai e Pondicherry, a Parigi, Berlino, Venezia e Roma tra gli anni ’30 e ’80 del ‘900, alla scoperta della vita e dell’opera di un uomo che ha portato l’India in Occidente, l’indologo e musicologo francese Alain Daniélou. Amico di Gide, Tagore, Ravi Shankar e Bejart, ha curato per l’UNESCO la prima collana di world music della storia.
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PRODUZIONE DISTRIBUZIONE
Il Teatro La Fenice durante la realizzazione di Aquagranda, l’opera-evento che commemora i 50 anni dal 4 novembre 1966, quando Venezia venne colpita dall’alluvione più devastante della sua storia. Attraverso testimonianze, musiche, immagini di repertorio ed i lavori di preparazione dello spettacolo, AQUAGRANDA IN CRESCENDO narra un momento cruciale della storia della città lagunare. L’opera AQUAGRANDA è stata presentata in anteprima mondiale al Teatro La Fenice di Venezia il 4 novembre 2016. Ha vinto il premio speciale Abbiati 2017.
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Ivo è un programmatore informatico con problemi di ipocondria, che al dilagare del virus, grazie a imponenti scorte alimentari, si barrica ermeticamente in casa per evitare ogni possibilità di contagio. Il suo unico contatto con il mondo è la psicologa che lo segue via Zoom, ma nemmeno lei, dopo mesi di isolamento, riesce più a tirarlo fuori di casa. Tutto cambia quando Ivo apprende al TG che Amaranta, una prostituta peruviana, si è ammalata di Covid-19 dopo un breve soggiorno nell’appartamento di fronte, sul suo stesso pianerottolo. Terrorizzato all’idea di essere entrato in contatto con il virus, Ivo è costretto ad avventurarsi all’esterno per andare a fare il tampone. In un’atmosfera a mezza strada tra sogno e realtà, ad accompagnarlo dal medico è proprio Amaranta, ultimo baluardo della sua sanità mentale o prima testimonianza della sua pazzia.